La preghiera personale, come quella comunitaria, segna il cammino di Via Pacis. La preghiera, dialogo con Dio, è il filo conduttore, la linfa che tiene viva e vera la nostra missione, il supporto indispensabile per alimentare la nostra fede e la nostra chiamata a servire Dio nella Chiesa. Senza la preghiera, il vento del mondo spazzerebbe via la nostra fede. Così come il nostro corpo ha bisogno dell’aria, del cibo, dell’acqua per la vita, così il nostro spirito ha bisogno della Parola di Dio e della preghiera per rimanere vivo nella relazione con Dio.
Don Domenico Pincelli aveva una sensibilità particolare per chi è nella sofferenza, e la preghiera del Rosario lo accompagnava durante la giornata come intercessione per le situazioni difficili che incontrava. Fra le tante e profetiche intuizioni dei Fondatori dell’Associazione Via Pacis ha trovato spazio fin dall’inizio la preghiera di intercessione, dove sperimentiamo e condividiamo le meraviglie che Dio sa compiere: guarigioni, riavvicinamenti dopo separazioni, ma anche guarigioni spirituali e conversioni e altre meraviglie. Di fatto, anche noi stessi sperimentiamo come il Signore sta cambiando le nostre vite attraverso questo servizio. Ci sentiamo amati dal Signore Gesù e questo nonostante le nostre fragilità, le nostre continue cadute. Secondo i nostri Fondatori, il servizio di intercessione è fondamentale per tutta Via Pacis, anzi ne è lo “zoccolo duro”.
L’intercessione non è una mansione esclusiva per pochi addetti. L’invito di Gesù di farci prossimo con chi è in ogni genere di difficoltà è rivolto ad ogni battezzato. Avevo fame, avevo sete, ero nudo, ero ammalato, ero carcerato… Possiamo aggiungere: ero disperato per un grave lutto, ero terremotato, alluvionato, ero torturato, maltrattato, umiliato, esule, immigrato… se mi lascio toccare il cuore dalla sofferenza dei miei fratelli, anche la quotidianità diventa luogo di intercessione.
Passa un’autoambulanza a sirene spiegate: una preghiera. C’è una coppia in crisi: una preghiera. Senti uno bestemmiare: una preghiera. Senti notizie tragiche al telegiornale: una preghiera. Il vicino di casa ammalato: una preghiera. E così per tutto ciò che di preoccupante vieni a conoscenza. Nel luogo in cui ti trovi, rivolgi a Dio la preghiera che esce dal tuo cuore.
La sorpresa è che, quando noi ci facciamo prossimo con tutti, nella gioia con chi gioisce, addolorati con chi è nel pianto, ci sentiamo bene con noi stessi, più fratelli, figli dello stesso Padre. Ci sentiamo liberi, senza nemici, in pace.
Vigilio Vivaldi
