Gli ultimi mesi del 2025 si avvicinano e, ancora una volta, è tempo di fermarsi e ricordare che quest’anno giubilare di grazia è anche l’anno nel quale Via Pacis fa memoria del cofondatore don Domenico Pincelli, nato il 7 aprile 1925 ad Arco di Trento.
Se per molti che lo hanno conosciuto ed amato in vita quest’anno rievoca la sua persona ed in particolare i suoi insegnamenti di pace, misericordia e perdono – ancor più attuali in questo tempo difficile – per tanti altri stimola il desiderio di conoscere ed approfondire il carisma, la missione di Via Pacis nel mondo.
Don Domenico in questo anno parla ad ognuno di noi e raggiunge, lui che non era un viaggiatore, tutti gli angoli del mondo.
Perché è proprio vero che il seme che ha gettato tanti anni fa insieme a Paolo ed Eliana, e che ha curato con amore, sta continuando a germogliare e fruttificare in luoghi e modi che nemmeno lui avrebbe potuto immaginare: dove lo Spirito Santo soffia.
Il suo amore per gli ammalati, già l’anno successivo alla sua morte avvenuta nel 2003, ha dato vita al Centro Sanitario don Domenico Pincelli nella foresta del Congo Brazzaville, a Sembé. Lì dove non c’era nulla se non foresta, questo centro medico è divenuto negli anni punto di riferimento distrettuale per la sanità, salvando migliaia di persone.
Ed ancora, moltissimi progetti di solidarietà dell’Associazione portano la sua impronta: progetti realizzati cercando non solo di portare un aiuto concreto ai bisognosi, ma anche di infondere nelle relazioni createsi una corrente di pace, rispetto, accoglienza.
Accade così che lo scorso gennaio siano proprio le suore e i bambini aiutati dal progetto “Adozione a distanza” nelle Filippine i primi a festeggiare il centenario della nascita di don Domenico e quindi, a seguire, vari eventi in Italia, in Colombia, Ecuador, Uganda e Kenya.
Dal Kenya, precisamente da Utawala, vicino a Nairobi, arriva questo racconto:
“I membri e gli amici di Via Pacis si sono riuniti per celebrare e onorare l’eredità di uno dei fondatori, don Domenico, in occasione del centenario della sua nascita. È stato un momento di profonda riflessione, ringraziamento e rinnovamento della visione che egli ha lasciato.
L’ultima domenica di giugno, presso la Holy Family Utawala, dopo l’adorazione mensile ci siamo riuniti per un approfondimento sulla spiritualità dell’Associazione e del suo ruolo nella promozione della pace all’interno della Chiesa e oltre.
Questa parte ha favorito un forte senso di comunità e ha messo in evidenza come lo spirito di pace possa essere vissuto nella vita quotidiana. Abbiamo poi celebrato la vita di don Domenico in quello che sarebbe stato il suo centesimo compleanno. Attraverso racconti, testimonianze e riflessioni, è stata onorata la sua eredità di uomo di pace e di unità.
In un momento simbolico e gioioso, il gruppo si è riunito per tagliare la torta in sua memoria. Questo gesto ha rappresentato sia una celebrazione che un ringraziamento per il dono della sua vita e per il suo ruolo nel plasmare l’identità del gruppo. È seguita una calorosa comunione, ricca di condivisione, gioia e gratitudine”.
(Dorothy Otonde, moderatrice di un gruppo di giovani tra i 18 e i 26 anni e
Cosmus, moderatore di un gruppo di adulti tra 26 e 35 anni)
Come il chicco di grano che morendo fa nascere la spiga, così – in particolare dopo la morte di don Domenico avvenuta nel 2003 – Via Pacis sta vedendo spuntare germogli di pace, di perdono, di fraternità e di speranza in “campi” difficili dove il bisogno è maggiore.




























