GMG – Gioia missionaria

A questa GMG – lo dico sinceramente – sono arrivato abbastanza titubante e un po’ inquieto. Fino all’ultimo momento pensavo di non poter andare…poi, a meno di due settimane, d’improvviso, ricevo la notizia che si è liberato un posto per andare alla GMG con Via Pacis! Subito mi sono affrettato a fermarlo, anche se dentro di me facevo ancora fatica a realizzarlo, perché dopo non aver visto nulla muoversi per tanto tempo, mi ci ero quasi tristemente rassegnato.

Da quel momento, però, ho sentito pian piano riaccendersi in me quel desiderio profondo al quale stavo rinunciando, ho avvertito inconfondibilmente la voce del Signore che attraverso gli eventi mi stava dicendo che il Signore è Lui, e non c’è situazione che nel Suo amore Egli non abbia il potere di cambiare.

Arrivato al momento della partenza, oltre che felice, ero anche un po’ inquieto, perché non conoscevo ancora nessuno e temevo di non riuscire a fare amicizia. Anche in questo, però, il Signore non ha tardato a smentirmi! Mi sono sentito accolto fin da subito come in una grande famiglia, e ho potuto conoscere amici veri con cui condividere la gioia, l’emozione, ma anche la fatica di essere lì.

Sì, perché la fatica c’é stata, ma è stata immensamente più leggera, perché la potevo condividere con gli altri.

E proprio camminando e faticando insieme agli altri, ho sentito con forza che non è un modo di dire che la gioia è missionaria, non è una frase fatta che la vera gioia non può stare mai ferma e sola, perché allora non è più gioia. Non l’ho sentito solo con le orecchie, ma l’ho potuto vivere, tanto che in tutta quella fatica, in tutta quella scomodità, io ero veramente felice.

Mi viene ancora difficile descrivere la meraviglia di vedere per la prima volta una così grande moltitudine di giovani, a cui ero accomunato dal solo credere in Gesù, di toccare con mano che il mio grazie al Signore per essere lì non si levava da solo, ma insieme a quello di tutti gli altri.

Più di tutti, però, non riesco a dimenticare il momento della veglia, il poter vivere tutta la fatica di arrivare al campo, per dire al Signore che volevo veramente incontrarLo, e poi il sentire, durante la veglia, che Lui era lì e agiva dentro e fuori di me.

Fin dal primo giorno, avevo potuto affidare al Signore i pesi che mi portavo dietro, e giorno dopo giorno, istante dopo istante, ho potuto sentire che il Suo amore mi sorprendeva ancora, mi alleggeriva, e mi ridava una gioia grande, che in me si era affievolita.

Per tutto questo non posso che dire ancora grazie e lode al Signore, che non delude mai chi confida in Lui, e non esaurisce mai la grandezza del Suo amore!

B.

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