Il perdono unilaterale

«Ma a voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male». (Lc 6,27-28).

«Ma a voi che mi ascoltate io dico» significa: fate attenzione a quanto sto per dirvi, perché è di fondamentale importanza. Se credete in me e cercate di seguire il Vangelo della pace, dovete essere disposti a mettere in pratica quanto vi dico, e cioè amare i vostri nemici attraverso atteggiamenti concreti. Con tre imperativi: benedite, pregate, date (fate del bene), che si possono tradurre in una sola parola: perdonate. 

Ma amare i nemici, perdonare, non è né ragionevole né naturale. È un comandamento che la natura è impossibilitata a mettere in atto. Non siamo capaci di perdonare persone che ci hanno disprezzato, tradito, abbandonato, frodato, fatto del male…. Il primo sentimento è il desiderio di giustizia, se non di vendetta. Ci si aspetta almeno che chiedano scusa, che ammettano di aver sbagliato, e forse allora potremmo anche perdonare. Altrimenti a cosa serve? Senza la presa in carico di responsabilità, senza riconoscersi mancanti, il perdono ha senso?

Ma la vita di Gesù ci insegna un perdono diverso, un perdono “unilaterale”, cioè da una sola parte. Non appare dai racconti dei vangeli che alcuno gli abbia chiesto scusa o perdono. Gesù ha perdonato e basta, senza nessuna richiesta. Il suo è stato un perdono unilaterale. L’esempio più potente si realizza sulla croce: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno» (Lc 23,34). Gesù è sulla croce, condannato ingiustamente, e perdona: è incredibile. Gesù non solo perdona, ma anche scusa. I soldati romani responsabili della crocifissione non gli avevano certo chiesto scusa. Gesù perdona unilateralmente: «Padre, perdona loro…» e questo suo perdono non solo inonda coloro che sono sotto la croce, ma raggiunge tutti gli uomini, il mondo intero.

Gesù dalla croce ama e perdona. Non scende dalla croce, come è sollecitato a fare. Sta in quella condizione e perdona. Rimane in quella orribile situazione di sofferenza, di paura, e perdona. Questa è la follia di Dio, la follia del perdono. Questa forza del perdono unilaterale rinnova la terra, rianima i cuori, ricuce le relazioni, guarisce e riporta a libertà.

 

Paolo Maino

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