GRAZIE

Sembra che da tempo la meraviglia sia scomparsa dalle nostre giornate, portando via con sé la gioia e lo stupore di fronte al tanto che abbiamo ricevuto e che continuiamo a ricevere. L’incapacità di vedere, di gustare, di sentire e di gioire per la grandezza che ci circonda, per la bellezza che costella la nostra quotidianità, rischiano di renderci insensibili, privandoci della possibilità di vivere in pienezza.

Dare tutto per assodato, per scontato, essere pieni di pretese, fanno ormai parte del clima generale di brontolamento, nel quale siamo costantemente immersi. Essere contenti per quello che si ha e per quello che si è diventa sinonimo di arrendevolezza, di debolezza, di sconfitta. La rabbia, la polemica e il sospetto su tutto e su tutti sono diventati i nuovi miti per l’affermazione di sé, per la rivendicazione di un ruolo in grado di sottrarci al grigiore dell’anonimato. L’odio e la violenza, soprattutto verbali, sono ormai una costante dei commenti che appaiono sui social network, in una corsa a chi la spara più grossa per non essere risucchiati nel gorgo dell’indifferenza.

Ma così ci ritroviamo soli con le nostre rivendicazioni, ripiegati su noi stessi, amareggiati.

Perché abbiamo scelto di barattare la gioia e la meraviglia con la lamentela e l’insoddisfazione?

Eppure, c’è una forza potente di bene in grado di lasciarci senza fiato, di rapirci e conquistarci, di farci assaporare la vita, dilatando i nostri orizzonti, ed è racchiusa in una timida parola: “grazie”. Una parola che può travolgere la nostra quotidianità, una parola che permette alla meraviglia e alla gratitudine di abitare il nostro cuore e la nostra mente. 

C’è bisogno di una rivoluzione, di un moto di riconoscenza, che riporti il “grazie” sulle nostre labbra, perché nella nostra vita nulla ci appaia più banale, scontato, senza valore. C’è bisogno di riportare il “grazie” nel nostro pensiero.

È una rivoluzione capace di spostare il baricentro fuori di noi, di spingerci a pensare bene per agire bene, a tenere la mente pulita, a reimparare la forza e la potenza di vita della gratitudine. E tutto ci apparirà come nuovo.

ln ogni situazione, anche davanti alle preoccupazioni della vita, ai problemi, alle difficoltà, la gratitudine ci svela il volto migliore di noi stessi e degli altri.  Perché nulla è banale, nulla dovuto, nulla scontato, se a questo “nulla” restituiamo il valore e la dignità di poter essere ciò che è: un dono.

 

di Paolo Maino, fondatore di Via Pacis insieme a Eliana Aloisi e don Domenico Pincelli

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