BATTESIMO NELLO SPIRITO: la tenerezza di Dio

Il mio percorso per il battesimo nello Spirito è cominciato un po’ per caso, forse non con piena convinzione. La prima settimana ricordo bene le difficoltà di trovare del tempo da dedicare alla Parola e alla preghiera; le distrazioni sono sempre molte.

Il percorso è cominciato con questa parola biblica: «Perciò, ecco, la attirerò a me, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore» (Os 2,16). So bene che, forse, non è il significato esatto del versetto, ma mi era venuto naturale associare a questa frase un soggetto un po’ particolare: la tenerezza. Non so bene perché mi fosse venuta in mente, anche perché non è un valore a cui ho fatto molto caso nel mio percorso spirituale fino ad ora. Ma era un qualcosa di nuovo che percepivo e dovevo approfondire. Non penso che comprenderò mai pienamente questa grazia, ma di certo posso dire che, con il percorso, mi sento un po’ più vicino a questo mistero. Ritengo che la tranquillità che ho provato mi sia stata data proprio da questo inizio tenero, percependo che Dio non ha fretta e non pretende prestazioni.

Un secondo aspetto bello è stato il cercare il senso della povertà e della ricchezza. Riflettere su come accettare le proprie ricchezze per essere poveri, e quindi, più vicini al Signore, è stata una sfida arricchente. Solo grazie all’aiuto della confessione e di una voce esterna sono riuscito a sostenere questo dibattito interiore. In ogni caso, il tema della coerenza, e dell’umiltà, sarà, credo e spero, argomento di tante future scoperte, ricordandomi sempre che, alla fin fine, sono solo uno che ha avuto la fortuna di incontrare tanti fratelli e sorelle, un povero ragazzo attaccato alle ricchezze.

Un altro spunto davvero importante mi è giunto dal passo di Giovanni 4, 14-16 «Dio rimane in lui ed egli in Dio», una frase che mi aveva colpito già alla GMG, ma che non avevo compreso. La frase precedente a questo passo mi ha fornito il soggetto: «Colui che confessa che Gesù è il figlio di Dio…». Credo di aver scoperto un rinnovato vigore nel confessare Gesù come il tutto, nel potergli affidare tutto e non occuparmi troppo di tutti quei pensieri e avvenimenti che la vita presenta. È un affidamento tale da impoverire, spogliare, per riuscire a intravvedere la Luce. Forse è proprio questa la ricchezza della povertà a cui prima facevo riferimento.

Ne ho avuto tanta gioia e conferma quando, pregando insieme a tutti, Sara ha descritto una immagine che anch’io poco prima avevo pensato in maniera molto vivida: uno specchio di acqua limpidissima, di un azzurro intenso e radioso. Mi sono sentito molto grato al Signore, perché esperienze di questo tipo rinforzano e ci fanno capire quanto Egli ci desideri.

Per concludere vorrei aggiungere tre parole riscoperte alla vigilia del battesimo nello Spirito. In confessione, il padre mi ha parlato del dono dello zelo apostolico. Non sapendo cosa fosse, ho fatto delle ricerche ed ho scoperto una catechesi di papa Francesco, dove parlava proprio di questo tema. Diceva che Dio dona queste tre caratteristiche al missionario apostolo dello Spirito Santo: vicinanza, misericordia, tenerezza. Mi auguro che possano accompagnare anche me d’ora in avanti.

Leonardo

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