Winter Camp – una suora da galera

“«Maria si alzò e andò in fretta» questo il tema che abbiamo trattato durante i tre giorni di Winter Camp, introducendo così il filo conduttore della Giornata Mondiale della Gioventù che ci sarà a Lisbona in agosto 2023. Proprio da questo passo del Vangelo di Luca abbiamo tratto diversi spunti di riflessione e abbiamo compreso che questa frase deve diventare un modello per la nostra vita: Dio chiama ognuno di noi a compiere una missione, che non deve portarci solo ad aiutare quelli che si trovano nella povertà fisica, ma anche quelli che hanno bisogno di amore, che sono “poveri nello spirito”. Nel mondo ci sono molte persone che hanno deciso di spendere la loro vita per coloro che hanno più bisogno e noi abbiamo avuto l’occasione di ascoltare l’incredibile testimonianza di Suor Paola, missionaria che spende la sua vita aiutando uomini e donne nelle carceri a migliorare loro stessi in modo che, usciti dalla prigione, possano dare un senso alla loro vita e non commettere più gli errori del passato”, racconta M., una dei 35 giovani delle superiori e università che si sono riuniti a Castelfondo (TN) per vivere insieme giornate ricche di riflessione, preghiera, amicizia e gioia!

 

Suor Paola Vizzotto, 82 anni, nata a Milano, missionaria dell’Immacolata che da oltre 45 anni – prima in Camerun e poi in Italia – si dedica agli “invisibili” in carcere, con un occhio di riguardo per le donne e i più vulnerabili.
Dopo aver vissuto il Winter Camp con i ragazzi, scrive:

“Ecco le mie impressioni a caldo riguardo il breve tempo vissuto con voi. Prima di tutto ci tenevo a ringraziarvi per due motivi diversi che messi insieme fanno il TOP!

Il paesaggio magnifico e sorprendente, con le montagne che per me sono state una novità, avendo sempre frequentato il mare da giovane per il nuoto agonistico.
Il gruppo rivelatosi subito libero, aperto, accogliente. Mi sono stupita di non trovare l’immancabile sipario (che sinceramente temevo) tra i giovani e la suora ‘diversamente giovane’, mi sono sentita subito inserita e accolta con semplicità in un gruppo che m’era nuovo.

STUPITA DI NON TROVARE IL SIPARIO TRA GIOVANI E SUORA

Oltretutto, mi ha sorpresa (e non è normalità anche in gruppi impegnati) la preghiera delle Lodi, pregate con calma e in un’unica voce. Soprattutto mi ha molto colpito la gioia e la coralità dei canti, a cui tutti partecipano con passione. Il Vangelo annunciato cantando!

Sinceramente non mi aspettavo le reazioni, le domande e le riflessioni dopo il mio intervento. E infine, mi ha impressionato l’interesse e la profondità della condivisione, anche durante i pasti e nei momenti liberi.

SERVIZIO IN ALLEGRIA, PRONTEZZA E COESIONE

Penso che molti giovani abbiano un’attitudine spirituale che li aiuta a vivere tutto in profondità, nella gioia e nella convinzione.
Mi è piaciuto lo spirito e la prontezza nel servizio richiesto e l’attenzione alle necessità e alle eventuali sostituzioni, refettorio, pulizie generali, riordino ecc…. Il tutto con allegria, leggerezza e coesione, così come l’attenzione agli assenti, ammalati o al lavoro, e per quelli alla loro prima esperienza.

GIOVANI CON LA G MAIUSCOLA

Quanto ho scritto è ciò che conservo in cuore e a cui spesso ritorno per godere ricordando dei Giovani con la G maiuscola! Visto che si parla sempre tanto male dei giovani, rischiamo di non vedere le luci accese che potrebbero indicare la Via a molti coetanei.

Ringraziandovi ancora tutti e con tutto il cuore, vi assicuro la mia preghiera, certa della vostra per me, per la mia Famiglia missionaria e per il mio mondo dietro le sbarre! ”

Sr. Paola Vizzotto M.d.I. (la suora da galera!)

 

Dicono del Winter Camp:

“Di questo campeggio mi ha colpito l’intervento di suor Paola, soprattutto quando ci ha raccontato di queste donne nelle carceri femminili che aprivano il loro cuore a lei senza che suor Paola chiedesse nulla.
Oppure quando Elena ci ha raccontato della sua esperienza in Colombia e in Ecuador e ha raccontato che un signore ha detto a lei e gli altri in missione: «anche io prego per voi». Mi è rimasto impresso perché nonostante lui non li conoscesse, ha detto loro una frase così forte e che, secondo me, ha molto valore.” (S.)

 

“È stata un’occasione di crescita e di incontro con un carisma che, ogni volta, arricchisce la mia persona e la mia fede. Sono grato al Signore per avermi fatto incontrare persone belle e semplici che si divertono con poco e che sanno lodare Dio per la vita. Abitando a B. e frequentando l’Università non di rado vengo a contatto con la vera povertà, quella di Dio, che uccide i nostri sogni e le grandi scelte per la vita, e che non contempla la bellezza del dono di sé.
Infatti, tra le tante condivisioni di vita ricevute, mi ha colpito quanto mostrato da suor Paola nella sua testimonianza: Dio ci chiede la totalità, non si accontenta di un pezzo del nostro cuore. E la missione è proprio il riflesso di quel timore misto a gioia che anche Maria sperimentò nel suo “eccomi“: timore per un disegno forse troppo grande; gioia per la possibilità di santificare la propria vita senza risparmiare nulla. Per fortuna, il Signore viene a prendermi sempre nelle mie povertà e mi chiede solo due ingredienti per partecipare alla sua mensa: l’umiltà ed il coraggio. E con questo piccolo bagaglio sono venuto a Castelfondo, speranzoso che Lui mi avrebbe mostrato il suo volto attraverso i fratelli ed amici incontrati, e lo ha fatto! È proprio vero che rende carne la parola «Rimanete nel mio amore» (Gv,15,9): se continuiamo a coltivare la relazione con Lui la vita cambia.” (G.)

 

“Durante queste giornate ciò che mi ha colpito di più è stata la testimonianza di Suor Paola, in particolare il modo con cui ci ha donato la sua storia da cui traspariva la forza e la potenza di un credo e di un sentire che parte dal profondo; la forza di una vera e propria scelta consapevole fidata e affidata, confermata e riconfermata ogni singolo giorno.
Inoltre, ho capito come anche la nostra fede in Dio sia una scelta che ognuno deve fare ogni giorno ed è come un fiore che deve essere accudito giorno per giorno attraverso l’amore reciproco. Questo richiede un po’ di sforzo, ma si ha poi la certezza di vivere una vita piena riscoprendo la bellezza di affidarci a Lui.” (M.)

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