La preghiera scuola di speranza

La preghiera scuola di speranza

In un mondo che a volte ci fa sentire stanchi e delusi, la preghiera diventa una scuola di speranza.

Per aiutarci a comprendere meglio quanto la preghiera e la speranza siano strettamente unite, vorrei proporre un’immagine concreta. Non pensiamole come due elementi separati, ma come i filamenti di un DNA spirituale: due filamenti che si avvolgono l’uno attorno all’altro, inseparabili. Così come ogni cellula del nostro corpo si forma grazie al DNA, anche la nostra vita spirituale si costruisce su questi due punti fondamentali: la preghiera e la speranza.

Questo legame ci insegna che non possiamo vivere pienamente la nostra dimensione spirituale senza l’una o senza l’altra. La preghiera senza speranza rischia di diventare vuota, e la speranza senza preghiera resta fragile.

Ma cos’è davvero la speranza cristiana? È solo un desiderio che qualcosa vada bene? No, la speranza è molto di più: è fiducia. È credere che nonostante le difficoltà, Dio non ci abbandona. E la preghiera è proprio lo strumento che ci educa a sperare, che ci sostiene nei momenti di prova e ci apre al mistero di un Dio che cammina con noi. La preghiera alimenta la speranza.

Pregare è come soffiare con dolcezza sulle braci, per custodire e alimentare la fiamma della speranza.

Non è necessario fare cose straordinarie per portare speranza. Ogni piccolo atto di gentilezza, ogni parola di conforto, ogni momento di ascolto, una telefonata, un sorriso, l’esserci per l’altro è una semina di speranza nel mondo.

La speranza è come una luce che guida nel buio.  Non toglie la fatica del cammino, ma ci dà l’energia per continuare, passo dopo passo. È quella forza silenziosa che ci sostiene anche quando tutto sembra difficile.

Allora, chi prega e spera non resta passivo, ma diventa strumento di speranza per gli altri.

 

di Patrizia Galvagni

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Voglio star con Te, Signore