Dalla foresta del Congo ad Arco: un ponte di solidarietà e fraternità

Martedì 3 giugno, compleanno dell’Associazione Via Pacis, abbiamo vissuto una giornata di festa nel segno della solidarietà, della missione e dell’amore in azione.

Con noi c’erano suor Rita Panzarin (responsabile del Centro Sanitario don Domenico Pincelli a Sembé), suor Beltha e Mons. Gélase Armel Kema, arrivati dal Congo Brazzaville per festeggiare il Centenario della nascita di don Domenico .

La giornata è iniziata con l’incontro con Mons. Lauro Tisi, l’Arcivescovo di Trento. Nel pomeriggio, all’Ospedale di Arco, alla presenza del direttore e del personale, abbiamo aperto la mostra fotografica “Oltre le distanze”, che racconta volti, speranze e vita in quel piccolo grande miracolo che è il Centro Sanitario di Sembé.

La serata al Centro Internazionale è stata un vortice di emozioni: risate, incontri, storie, festeggiando il 46° compleanno di Via Pacis e facendo un viaggio nel cuore della missione di Sembé, grazie al docufilm e alle testimonianze che hanno toccato i cuori dei presenti.

Gli occhi del pubblico sono lucidi e attenti durante la visione del docufilm “Sembè – Viaggio ai margini della foresta africana”. Ci addentriamo poi nel cuore della missione di Sembé con i racconti direttamente da chi il Centro Sanitario lo vive…

Il bel volto di suor Rita è scavato dall’amore e dalla fatica, le sue parole sono concrete, essenziali. Ci racconta del Centro sanitario intitolato a don Domenico Pincelli, definito “il miracolo di Sembé”, sorto e operativo in una zona dell’Africa più profonda e abbandonata.

Molti ci chiedono: perché non l’avete costruito in una zona più accessibile, con più servizi? Perché nella foresta?”. Le stesse Superiore del suo Ordine religioso più volte hanno spinto per lasciare quella missione e tornare nel più sicuro Camerun. “Ma – dice suor Rita – quando il Signore ha un chiodo in testa, nessuno glielo toglie”.

Con il sostegno di Via Pacis e molte mani intrecciate che supportano, questa realtà all’avanguardia accoglie e cura i “poveri più poveri”.

Come la mamma che arriva dopo 40 km di corsa nella foresta col suo bimbo ammalato, e correndo non si è accorta che era già morto.

Come il bambino che aspetta seduto in mezzo alla pista che passi qualcuno, e porta la suora nella capanna dove sua madre è appena morta partorendo la sorellina.

Poveri come l’uomo, sdraiato in mezzo alla cenere in un riparo di fortuna, con i figli piccoli, morente di tubercolosi, al quale viene offerta la possibilità di morire in ospedale, accompagnato, con dignità. Il giovane medico si chiede se ne valga la pena, e la risposta di suor Rita è spiazzante, per lui e per noi: “Potrebbe essere uno della nostra famiglia… lo lasceremmo morire da solo?

Poveri come i tantissimi bambini, circa 40-50 ogni mese, gravemente anemici per la malaria, che vengono salvati con le trasfusioni. La banca del sangue, costruita da Via Pacis, è alimentata dai giovani seminaristi di Ouésso, che a turno fanno le donazioni.

La voce di suor Rita è ferma e pacata, ma è evidente la passione che le arde dentro quando afferma:

Davanti a noi ci sono persone che non hanno scelto di nascere lì. Noi abbiamo avuto tutto, perché loro no? Allora i nostri disagi, le malattie, le sofferenze, la fatica passano in seconda linea”.

Accanto a suor Rita, suor Beltha, superiora provinciale della Congregazione delle Suore Francescane missionarie del Sacro Cuore, e mons. Gélase Armel Kema, vescovo di Owande, che accompagna la missione di Sembé fin da quando, giovane prete, accettava la sfida di svolgere la sua missione in quella realtà.

Una serata che allarga i nostri orizzonti e ci spinge fuori dai nostri piccoli e ristretti interessi, ci fa respirare la bellezza di vite donate per amore, ci sprona a fare la nostra parte perché, come ci ha ricordato Paolo Maino,

 “noi facciamo troppo poco per questi nostri fratelli. Qui abbiamo tutto. Dobbiamo imparare a toglierci qualcosa, non solo superfluo, qualcosa di importante; e non come elemosina, ma come giustizia. Se sapremo ridare il sorriso al bambino che può andare a scuola, alla mamma che può partorire in sicurezza, al papà che può coltivare la terra e dare il cibo alla sua famiglia, allora, e solo allora, potrà soffiare il vento della pace”.

 

In sala anche la sindaca di Arco, Arianna Fiorio, la vice-sindaca di Riva del Garda, Barbara Angelini, il Vicario Generale dell’Arcidiocesi di Trento, don Claudio Ferrari, e i signori Salvatore e Alida Attanasio, genitori di Luca Attanasio, ex ambasciatore italiano in Repubblica Democratica del Congo.

 

Dal cuore un grazie a suor Rita, suor Beltha e Mons. Kema per le loro parole che ci hanno fatto sentire lì, tra gli alberi, tra la gente, tra le mani che curano e i sorrisi che danno forza.

Guarda il docufilm ““Sembè – Viaggio ai margini della foresta africana”

Vuoi fare una donazione?

Intestatario conto: Associazione Via Pacis Onlus

Causale: Congo Ospedale don Domenico Pincelli

IBAN: IT67C0801635320000002142146
BIC/SWIFT: CCRTIT2T04A

Per scoprire di più della mostra fotografica itinerante “Oltre le distanze”

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